lunedì 9 settembre 2013

Il ricordo di Darwin Pastorin - Quel settembre 1973 (per il Cile) a Torino


Quel settembre 1973 (per il Cile) a Torino

Ho prenotato i biglietti per me e per la mia a compagna: 15 settembre, teatro Colosseo a Torino, concerto degli Inti-Illimani. Per ricordare, quarant'anni dopo, il golpe che spezzò il sogno di Salvador Allende e della Unidad Popolar. Cominciarono gli anni neri di Augusto Pinochet e degli altri assassini in divisa. Il tutto con la complicità della Cia.
L'11 settembre 1973 il Palazzo della Moneda venne bombardato, Allende si suicidò dopo un discorso alla radio, rivolgendosi al suo popolo, alla sua gente, ai militanti comunisti e socialisti, orgoglioso e commovente. La notizia arrivò come un pugno in faccia, avevo diciassette anni ed ero (come lo sono adesso) di sinistra. Sognavo un mondo migliore, senza violenza, uguale per tutti, Che Guevara era il nostro faro. Non potevamo credere a quell'ennesimo sfregio all'America Latina. Santiago divenne la capitale della nostra rabbia e della nostra lotta. A Torino ci fu, subito, una grande mobilitazione.
Pochi giorni dopo il colpo di stato, un compagno anarchico arrivò al liceo con una notizia: domani corteo per il Cile e poi tutti al palasport Ruffini. Ci saranno Dario Fo e Franca Rame, Paolo Pietrangeli e, soprattutto, gli Inti-Illimani, che si trovavano, per loro buona sorte, in Italia.
Per quel giorno avevo previsto di tagliare da scuola e di andare con una mia amica, di un'altra sezione, a Bardonecchia, dove i miei avevano una casa. Ma come potevo dire di no a quella manifestazione? Tra l'amore e la politica, prevalse quest'ultima.
Fu una notte indimenticabile. Gli Inti-Illimani cantarono e suonarono con dolore e con passione, le loro canzoni riempivano i nostri cuori. Pietrangeli propose Contessa, che tutti noi conoscevano a memoria: perché "se il vento fischiava ora fischia più forte, le idee di rivolta non sono mai morte". Poi, arrivarono Dario e Franca.
Ricostruirono gli ultimi minuti di due ragazzi, fedeli al presidente Allende, che, da una emittente clandestina, invitavano operai e studenti a scappare, a trovare un rifugio sicuro. Ma, dopo poco, arrivarono i militari. I ragazzi sentirono i loro passi robusti, ma non smisero di parlare: fino a quando i fucili non spensero le loro voci giovani e coraggiose. Dario e Franca resero quegli attimo reali, alla fine avevamo i pugni alzati e le lacrime agli occhi.
Tornai a casa a piedi, con ancora dentro di me quella musica, quelle parole, quel senso di smarrimento. Quarant'anni dopo andrò a riascoltare e ad applaudire gli Inti-Illimani. Perché non ho dimenticato e non dimenticherò mai cosa accadde in Cile quell'11 settembre 1973.

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