Un cileno scrive ai parenti delle vittime dell'11 settembre 2001 di New York e racconta la storia di un altro 11 settembre «...Per la prima volta nella loro vita le persone avevano una dignità. Ma non sapevamo quanto questo fosse pericoloso. Il vostro segretario di stato Henry Kissinger disse: “Non vedo come si possa stare fermi a guardare un paese che cade nelle mani dei comunisti grazie all’irresponsabilità del suo stesso popolo”: le nostre scelte democratiche, i nostri voti non erano rilevanti, il mercato ed i profitti sono più importanti della democrazia; da quel momento in poi il nostro dolore, il vostro dolore furono legalizzati. Il vostro presidente Nixon affermò che avrebbe fatto crollare la nostra economia, la CIA ricevette istruzioni di attivarsi per organizzare un’insurrezione militare, un colpo di stato; oltre 10.000.000 dollari furono stanziati per sbarazzarsi del nostro presidente Allende...»
Quarant’anni fa il generale Pinochet realizzava il colpo di Stato in Cile. Ha senso parlarne oggi in Italia? Siamo convinti di sì ed è la ragione per la quale donne ed uomini novaresi di diversa formazione culturale e politica hanno deciso di costituire un comitato per dare vita ad una serie di iniziative che copriranno un arco di tempo che va dall’11 settembre (giorno del golpe in Cile) al 12 dicembre (giorno della strage di Piazza Fontana) : per ricordare, per informare, per ragionare
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